20 anni di World Pasta Day: consumi in crescita e sempre più global

 

Il World Pasta Day ha compiuto 20 anni. Secondo i dati elaborati da Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) e IPO (International Pasta Organisation), che promuovono l’iniziativa, la produzione mondiale di pasta oggi sfiora i 15 milioni di tonnellate, in crescita del 3% rispetto all’anno scorso e vicina a “doppiare” i 9 milioni del 1998, con due costanti: allora come oggi l’Italia è prima al mondo nella classifica dei Paesi consumatori (con 23 kg di pasta pro-capite precediamo Tunisia con 17 kg e Venezuela con 12); quasi 1 piatto di pasta su 4 consumati nel mondo è fatto in un pastificio italiano.
Il mondo mangia quindi sempre più pasta italiana. Secondo elaborazioni di Aidepi, rispetto a 20 anni fa sono aumentati i Paesi destinatari (oggi quasi 200, +34%) ed è più che raddoppiata la quota export, da 740.000 a oltre 2 milioni di tonnellate, più della metà della produzione. Germania, UK, Francia, USA e Giappone si confermano i più ricettivi verso la pasta italiana anche nel 2018, con un incremento delle esportazioni tra il 6 e il 12% nei primi 6 mesi dell’anno, mentre le performance migliori dell’anno si registrano in Russia (+76%), Olanda (+29%), Arabia Saudita (+27%) e Australia (+16%).
Quest’anno la “capitale mondiale” dove è stato celebrato il World Pasta Day è stata Dubai, città-mondo, dove l’88% dei residenti è di origine straniera. Nella prossima sede di Expo 2020, centro nevralgico di turismo, commercio e ristorazione, la pasta guarda al suo futuro multiculturale con un evento a cui hanno partecipato 250 delegati tra pastai, istituzioni, rappresentanti della comunità scientifica, giornalisti e opinion leader del food, per raccontare gusto glocal, plus nutrizionali e sostenibilità della pasta.
Numerosi studi scientifici certificano l’importanza della pasta e dei carboidrati complessi in una sana alimentazione. Ma i pastai riescono ad intercettare tendenze trasversali legate a salute, benessere e sostenibilità, anche attraverso l’innovazione. Oggi c’è una pasta per tutti: integrale, biologica, senza glutine o con l’aggiunta di altri ingredienti, come legumi, spezie e superfood (ceci, lenticchie, curcuma, grano saraceno, sorgo, amaranto, teff...) e, naturalmente, formati della tradizione (giganti, trafile speciali...) per i segmenti più curiosi e per l’Ho.re.ca.
Ma il comparto non guarda solo ad innovazione, trend nutrizionali e mercato, si occupa anche dei bisogni reali. Secondo un rapporto congiunto delle Nazioni Unite, la fame nel mondo è tornata a crescere negli ultimi 3 anni, tornando ai livelli di un decennio fa e mettendo a rischio l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile di Fame Zero entro il 2030: 821 milioni di persone soffrono la fame e oltre 150 milioni di bambini hanno ritardi nella crescita. Per questo, i pastai italiani e di tutto il mondo si sono impegnati nell’iniziativa benefica “The power of pasta”, con la quale verrà donato ad associazioni locali impegnate nella lotta contro la fame un quantitativo di prodotto sufficiente a realizzare circa 2 milioni di piatti di pasta.

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