Per il Parlamento europeo gli ex alimenti per uso mangimistico non sono soggetti alla direttiva sui rifiuti

 

Il 14 marzo scorso, il Parlamento europeo ha approvato la Direttiva Quadro sui Rifiuti presentata dalla Commissione europea nell’ambito del pacchetto europeo sull’Economia Circolare, senza apportare modifiche alla stesura presentata dalla relatrice Simona Bonafé. In pratica è confermato che le materie prime immesse sul mercato in qualità di mangimi restano al di fuori del campo di applicazione della direttiva sui rifiuti. I mangimi restano quindi soggetti solo alla legislazione europea in materia di alimentazione animale.
La decisione è stata accolta favorevolmente dalle associazioni coinvolte, la Federazione europea dei produttori di mangimi (Fefac), l’Associazione europea dei trasformatori di scarti alimentari in mangimi (Effpa) e quella dei trasformatori di alimenti primari della Ue (Pfp). La decisione, sottolineano i tre organismi, conferma che queste materie prime sono soggette solo alla legislazione in materia di alimentazione animale dell'Unione europea e ai relativi controlli ufficiali sui mangimi.
Effpa, Fefac e Pfp ribadiscono che le buone pratiche attuate lungo la filiera mangimistica relativamente alla gestione della sicurezza e tracciabilità, garantiscono il rispetto del protocollo HACCP lungo tutte le fasi di trasformazione dei sottoprodotti provenienti dalle filiere alimentari e delle bioenergie, fino alla produzione dei mangimi.
Con questa decisione, il Parlamento europeo permette di dare peso all’approccio secondo cui le aziende che trasformano i sottoprodotti alimentari (definiti “former foodstuff”, ovvero ex alimenti) utilizzandoli come materie prime per mangimi, siano completamente integrate nella catena “da cibo a mangime” e quindi non siano da considerarsi come operatori dediti al riciclo di rifiuti.
Per questo settore è difatti estremamente importante ottenere la certezza legale e normativa che quando gli ex prodotti alimentari vengono immessi sul mercato in qualità di mangimi, il loro status legale non possa essere modificato dalle autorità ambientali identificandoli invece come sottoprodotti rientranti all’interno della Direttiva Quadro sui Rifiuti.
Questo voto in sessione plenaria definisce quindi la posizione del Parlamento europeo. Invece la posizione del Consiglio dei Ministri non è ancora stata sancita e la si attende durante la presidenza dell’Estonia.

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